Malgrado l'anglicismo, il Community Bar fonda le sue origini su tipiche caratteristiche italiane. Condivisione ed accoglienza. Sono bar, ma anche punti di incontro, lettura, lavoro. Sono in grado di offrire quei semplici, ma talvolta indispensabili, servizi di comunità (deposito chiavi, ritiro pacchi, etc.).
Il Bisogno
Il Community Bar nasce dalla necessità di un luogo che funga da aggregatore per le attività di una comunità; non solo un luogo di convivialità ma un punto di riferimento per l’intero quartiere.
Tutte le attività al suo interno sono finalizzate al tema “educazionionale”: sportiva, sociale, artistica, alimentare, civile in una connotazione “green” a zero impatto ambientale e paesaggistico, sostenibile e autosufficiente dal punto di vista energetico.
La Soluzione? Il Community Bar
Un semplice bar di quartiere, anche di piccole dimensioni. A contare non è né il livello di lusso del locale, né la sua grandezza. L’importante è che sia un luogo di ritrovo per la propria comunità di riferimento (paese o quartiere che sia).
Il bar e le persone che lavorano al suo interno si mettono a disposizione di tale comunità, fornendo una serie di servizi aggiuntivi. Un esempio? Un servizio di custodia chiavi. Una sala lettura. Un’area divertimenti per bambini (nel caso dei locali più ampi). Corsi di formazione, letture, convegni, dibattiti.
Non manca neanche il servizio di ritiro di pacchi, lettere e raccomandate.
